domenica 6 novembre 2011

Strutture, schemi e sequenze comportamentali. Prima parte


Nella realtà sociale quotidiana il comportamento manifesto delle persone rappresenta l'elemento fondamentale, per cui lo studio dei processi sociali non può che cominciare proprio dall'analisi delle forme di comportamento sia individuale che collettivo. Tuttavia, per gli scopi che ci si propone, è preferibile tralasciare, in parte, alcune problematiche classiche relative allo studio del comportamento sociale; saranno presi, invece, in considerazione solo quegli elementi del comportamento sociale che potranno essere trattati da un punto di vista analitico e formale. Il discorso che seguirà prende spunto dalle ricerche effettuate dagli psicologi sociali sulla possibilità di stabilire una relazione valida tra atteggiamento e azione come componenti elementari del comportamento di una persona. Molti ricercatori sono attivamente impegnati nel tentativo di dimostrare come valida la relazione tra atteggiamento e azione come componenti essenziali nella produzione del comportamento sociale.
Definire il comportamento come "atto o serie di atti esteriori (esternamente osservabili) compiuti da un individuo in risposta o per reazione ad atti compiuti da altri", non significa forse che gli individui manifestano, in primo luogo, un'attività, cioè fanno qualcosa? Di conseguenza, questi atti esteriori dovrebbero avere, necessariamente, una stretta relazione con qualcosa di interno all'individuo (una decisione, un'intenzione, un'emozione, ecc.), che solo per il momento definiamo come  atteggiamento.
Come vedremo, nell'ambito della teoria dei sistemi le caratteristiche psicologiche di una persona possono essere associate al concetto di "stato". Per il momento proviamo ad assumere come valida la relazione tra atteggiamento e azione; si ottiene così la seguente formula:

2a.                     C = ma

quindi,

2b.                   ma = F(P,A)

dove (m) rappresenta l'atteggiamento e (a) rappresenta l'azione, o atto. Ora, a prescindere dalla correttezza della precedente equazione, si potrebbe  proseguire oltre nel processo di formalizzazione individuando l'esistenza di un'analogia nella forma matematica con un principio molto noto della fisica classica. Il comportamento umano ed il moto dei corpi sono dati entrambi, da un punto di vista strettamente formale, dal prodotto di due entità analoghe o isomorfe. Nell'analisi del moto viene preso come punto di riferimento solo la massa dei corpi, trascurando invece la struttura chimica della materia di cui il corpo è composto. Si comprende molto chiaramente che tali assunzioni astratte si rivelano estremamente riduttive, sia nel considerare il moto dei corpi che il comportamento umano. Tuttavia, simili astrazioni hanno avuto un ruolo fondamentale, da un punto di vista teorico, per il progresso della conoscenza scientifica.
Per completare la precedente definizione di Gallino si potrebbe aggiungere che il comportamento di una persona è dato da una serie consecutiva o concatenata di atti, cioè da una sequenza di comportamenti. In tal senso, si ottiene la seguente trasformazione formale della precedente equazione:

3.                    C =  ma1  +  ma2  +  ...  +  maN  =  mai

La precedente formula rappresenta una sequenza di comportamenti, le cui componenti sono semplici unità comportamentali (atti); in questo caso, è possibile far valere tutte le proprietà e le operazioni che comunemente valgono per le serie, almeno sotto certi punti di vista.
La precedente espressione formale giustifica pienamente la realtà concreta dei fatti, poiché le persone nel loro agire quotidiano quando fanno qualcosa compiono una serie di atti consecutivi, la cui somma dà origine a forme comportamentali socialmente definibili. L'attività sociale degli individui può scomporsi nelle sue componenti elementari (unità comportamentali), la cui sequenza possiede una struttura determinata e, quindi, determinabile.
Ad esempio, un comportamento discriminatorio non è altro che una manifestazione complessiva di una serie di atti o sequenza di unità comportamentali costituite da un atteggiamento (pregiudizio razziale) e da un insieme di azioni orientate verso altre persone o gruppi etnici. Per fare un altro esempio concreto, se una persona ha il vizio di fumare è ovvio che quando rimane per lungo tempo senza sigarette farà qualunque cosa pur di soddisfare il suo bisogno.

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