L'immagine della realtà che traspare dalla classificazione istituzionale delle scienze è un'immagine notevolmente frantumata. Apparentemente, sembra che ci siano tante realtà separate quante sono le scienze. Spesso, si ha l'impressione che questa separazione, o la non comunicabilità fra le scienze, abbia un corrispettivo anche nella realtà. Sembra che ad ogni scienza corrisponde una propria sfera della realtà, totalmente separata dalle altre. Non vi è alcun dubbio che la realtà è costituita, invece, da una unità fondamentale, assolutamente indifferente rispetto ai diversi settori della conoscenza scientifica. Perciò qualsiasi frantumazione del reale in diverse sfere, solo apparentemente separate, deve essere intesa esclusivamente come un'operazione mentale comoda per lo scienziato. La pretesa autonomia o la non comunicabilità fra le scienze, come risulta dalla classica distinzione in scienze della natura, da una parte, e scienze dell'uomo, dall'altra, è insostenibile in quanto la realtà si presenta sostanzialmente come una totalità organica. In altri termini si potrebbe sostenere che l'unità delle scienze sia implicata dall'unità stessa della natura. Si potrebbe immaginare l'universo materiale, compreso il mondo in cui viviamo, come un'intricata struttura complessa di sotto-universi, formati ognuno da un numero indefinito di realtà diverse che si compenetrano, come tante scatole cinesi. Dovrebbe essere abbastanza evidente che con l'affermazione precedente non intendevo riferirmi ai rapporti tra le scienze che, chiaramente, non sono semplicistici come le matriosche. Lo scopo è semplicemente quello di elaborare, mediante un'operazione mentale, una rappresentazione o immagine immediata (intuitiva) dei vari livelli di realtà.
L'obiettivo della rappresentazione non è solo quello di evidenziare l'ordine gerarchico che sussiste fra i vari livelli della realtà, ma di far corrispondere allo schema gerarchico dei livelli della realtà uno schema relativo ai livelli di descrizione. Tale procedura servirà soprattutto ad elaborare una struttura teorica valida per la costruzione di modelli matematici applicabili in qualsiasi campo della ricerca scientifica. Mediante un'operazione puramente mentale si potrebbe suddividere l'universo in livelli distinti di realtà (realtà fisica, realtà biologica, realtà psichica, realtà sociale e realtà cosmica). Per non contraddire l'immagine unitaria del reale, bisogna intendere questa operazione di suddivisione in un senso strettamente metaforico. Questi livelli di realtà possono essere definiti, a loro volta, come altrettanti universi. Infatti, si potrebbe parlare di un universo sociale strutturato in diversi livelli gerarchici di realtà convergenti (livello politico, livello economico, livello psicologico, livello culturale e livello simbolico). Un'analoga suddivisione vale anche per le altre sfere della realtà. La caratteristica fondamentale di questi universi (livelli di realtà) è la loro compenetrabilità, per cui è lecito introdurre in essi la continuità come fattore costitutivo, o determinante, sia come rapporto reciproco fra le diverse sfere del reale, sia come costituente essenziale dei vari strati o livelli gerarchici di uno stesso universo. Alla rappresentazione del reale, qui delineata, bisogna associare due livelli distinti di descrizione, cioè un livello macroscopico ed un livello microscopico. Anche se spesso vengono individuati dei salti, cioè delle discontinuità, fra i livelli di realtà - per cui ha senso parlare di principio di indeterminazione - è sempre possibile discutere della continuità quale principio costitutivo del reale. Infatti, il passaggio brusco dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande ha senso solamente in riferimento all'osservatore, poiché le discontinuità e le indeterminazioni sono strettamente legate alla nostra scala di esistenza. Inoltre, la discontinuità o l'indeterminazione sono la diretta conseguenza dello sgretolamento del reale operato dalla ricerca scientifica. Tuttavia, dovrebbe essere abbastanza chiaro che qui mi riferisco alla continuità tra i livelli della realtà e non alla continuità dei processi, dove si manifestano sicuramente delle discontinuità o delle singolarità (per usare la terminologia della teoria matematica della stabilità strutturale e delle sue estensioni nel campo della teoria delle catastrofi da parte di Thom).
L'obiettivo della rappresentazione non è solo quello di evidenziare l'ordine gerarchico che sussiste fra i vari livelli della realtà, ma di far corrispondere allo schema gerarchico dei livelli della realtà uno schema relativo ai livelli di descrizione. Tale procedura servirà soprattutto ad elaborare una struttura teorica valida per la costruzione di modelli matematici applicabili in qualsiasi campo della ricerca scientifica. Mediante un'operazione puramente mentale si potrebbe suddividere l'universo in livelli distinti di realtà (realtà fisica, realtà biologica, realtà psichica, realtà sociale e realtà cosmica). Per non contraddire l'immagine unitaria del reale, bisogna intendere questa operazione di suddivisione in un senso strettamente metaforico. Questi livelli di realtà possono essere definiti, a loro volta, come altrettanti universi. Infatti, si potrebbe parlare di un universo sociale strutturato in diversi livelli gerarchici di realtà convergenti (livello politico, livello economico, livello psicologico, livello culturale e livello simbolico). Un'analoga suddivisione vale anche per le altre sfere della realtà. La caratteristica fondamentale di questi universi (livelli di realtà) è la loro compenetrabilità, per cui è lecito introdurre in essi la continuità come fattore costitutivo, o determinante, sia come rapporto reciproco fra le diverse sfere del reale, sia come costituente essenziale dei vari strati o livelli gerarchici di uno stesso universo. Alla rappresentazione del reale, qui delineata, bisogna associare due livelli distinti di descrizione, cioè un livello macroscopico ed un livello microscopico. Anche se spesso vengono individuati dei salti, cioè delle discontinuità, fra i livelli di realtà - per cui ha senso parlare di principio di indeterminazione - è sempre possibile discutere della continuità quale principio costitutivo del reale. Infatti, il passaggio brusco dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande ha senso solamente in riferimento all'osservatore, poiché le discontinuità e le indeterminazioni sono strettamente legate alla nostra scala di esistenza. Inoltre, la discontinuità o l'indeterminazione sono la diretta conseguenza dello sgretolamento del reale operato dalla ricerca scientifica. Tuttavia, dovrebbe essere abbastanza chiaro che qui mi riferisco alla continuità tra i livelli della realtà e non alla continuità dei processi, dove si manifestano sicuramente delle discontinuità o delle singolarità (per usare la terminologia della teoria matematica della stabilità strutturale e delle sue estensioni nel campo della teoria delle catastrofi da parte di Thom).
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