venerdì 24 giugno 2011

Epistemologia, fenomenologia e sociologia


Lo scenario epistemologico della sociologia si arricchisce sempre di nuovi dibattiti intorno a quelli che sono ormai i temi classici della filosofia delle scienze sociali. Bisogna constatare tuttavia che la maggior parte dei problemi di fondo relativi allo status scientifico delle scienze sociali rimangono purtroppo irrisolti. Nell'ambito dei problemi epistemologici delle scienze sociali quello maggiormente significativo è rappresentato dall'interpretazione soggettivistica dell'agire sociale e, conseguentemente, dal significato o dal senso attribuito all'azione sociale. Del resto, l'attribuzione di un significato o di un senso all'agire sociale umano è inevitabile, in quanto l'azione sociale è portatrice di significato. Nel capitolo precedente abbiamo visto che l'elemento fondamentale che distingueva la fisica galileiana e newtoniana dalle teorie fisiche anteriori fu il rifiuto, da parte appunto di Galileo e Newton, di una spiegazione in termini strettamente fisici del comportamento dei corpi. Ora, secondo un'ipotesi verosimile, l'analogo della spiegazione fisica nel campo delle scienze sociali è rappresentato dall'interpretazione soggettivistica dei fenomeni sociali. In tal senso, anche nelle scienze sociali bisognerebbe assumere lo stesso atteggiamento di Galileo e Newton, orientando quindi gli sforzi verso la descrizione matematica dei fenomeni sociali. A Lewin non sfuggì questa caratteristica della fisica galileiana. La teoria del campo psicologico formulata da Lewin "rende possibile impostare i problemi di psicologia secondo l'ottica di Galileo e non più secondo quella di Aristotele. E' rimasta famosa l'argomentazione con cui Lewin contrappose i due punti di vista. Aristotele definisce gli oggetti dalla loro essenza, dall'appartenenza, cioè, a una classe definita da caratteri comuni a un insieme, mentre Galileo stabilisce le leggi, cioè i rapporti, fra gli oggetti. Questo punto di vista è importante per due ragioni; da una parte evita le spiegazioni basate sull'attribuzione astratta di un carattere, dall'altra obbliga a tener conto di tutti i dati che determinano un comportamento". Bisogna precisare tuttavia che l'analisi matematica del comportamento sociale o, in generale, dei processi sociali, non esaurisce assolutamente il vasto campo delle indagini sociologiche. Pur essendo necessario l'impiego dei modelli matematici nello studio dei fenomeni sociali, l'obiettivo principale delle scienze sociali continuerà ad essere il rafforzamento ed il consolidamento dei modelli fenomenologici. I modelli fenomenologici rappresenteranno sempre l'elemento caratteristico delle indagini sociologiche. Infatti, esistono aspetti del comportamento sociale umano che potrebbero essere compresi ed interpretati in modo efficace utilizzando l'approccio fenomenologico. Dal punto di vista fenomenologico, si possono prendere in considerazione alcune caratteristiche tipiche del comportamento sociale umano non descrivibili in senso matematico. Ad esempio, un aspetto fondamentale del comportamento sociale è quello ritualistico, non solo perché produce un effetto scenico - molto interessante sotto il profilo sociologico - sulla situazione sociale specifica, ma perché è portatore o carico di significato sociale. Per tali motivi assume un ruolo fondamentale la rappresentazione sociale del comportamento così com'è stata delineata nel modello teatrale o drammaturgico di Goffman. Bisogna quindi precisare che l'impiego dei modelli matematici nell'analisi delle varie forme di comportamento sociale diventa banale. In tal senso è necessario definire a priori l'ambito di applicabilità dei modelli matematici nelle scienze sociali. Nella vita quotidiana sono tante le situazioni sociali in cui è possibile evidenziare il valore interpretativo, a volte anche divertente, dei modelli fenomenologici. Tuttavia, non possiamo non tener conto del fatto che, l'uso dei modelli interpretativi (fenomenologici) è limitato al solo ambito microsociologico. Viceversa, gli aspetti macroscopici della realtà sociale sono descrivibili, a mio avviso, soprattutto mediante l'impiego di modelli matematici idonei. Bisogna sottolineare tuttavia che, nonostante lo scopo principale della presente ricerca è l'applicazione degli strumenti matematici nello studio dei fenomeni sociali, non si può sottovalutare il grande valore scientifico di alcuni modelli teorici specificatamente sociologici. Strettamente correlata alle precedenti questioni è l'idea in base alla quale non intendo effettuare alcun tipo di riduzione delle scienze sociali alle teorie della fisica e della matematica. Questo tipo di errore è stato commesso dai primi fondatori della sociologia, quando proposero lo studio dei principi e delle leggi che governano la società in termini di una certa fisica sociale. Si avrà più avanti l'occasione di dimostrare, invece, che le procedure analitiche derivabili dall'applicazione di alcuni modelli matematici, vanno intese semplicemente come un'estensione dei metodi matematici nello studio della realtà sociale. In un certo senso, lo stesso discorso potrebbe essere valido anche per l'applicazione della matematica in fisica. Infatti, la struttura matematica delle leggi della fisica non è inscritta, naturalmente, nella realtà fisica che ci circonda; essa rappresenta piuttosto una chiave di lettura, un modo di esplorare il mondo fisico. Nulla ci impedisce che questa chiave di lettura possa essere impiegata nell'esplorazione di altri mondi, diversi da quello fisico. Del resto, queste modalità di esplorazione della realtà circostante non possono essere esclusive della fisica. Per comprendere a fondo gli argomenti sin qui discussi sono necessarie ulteriori spiegazioni.

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