martedì 5 febbraio 2013

Riduzionismo e genesi delle scienze

Gli argomenti discussi nella presente ricerca pongono un problema fondamentale che interessa non solo la possibilità di estendere i metodi della matematica anche nelle scienze sociali, ma riguarda la conoscenza scientifica in generale. Tale problema è rappresentato dal riduzionismo. Ovviamente il riduzionismo, se inteso in un certo modo, risulterebbe certamente come una procedura scientificamente improponibile. In tal caso le operazioni formali sviluppate nel precedente capitolo sarebbero sicuramente banali ed inconsistenti.
Evidentemente il problema del riduzionismo è mal posto poiché, come si dimostrerà, esso è risolvibile nell'ambito dell'analisi relativa agli universi paralleli. In effetti, il carattere riduttivo delle spiegazioni scientifiche e dei modelli matematici è una caratteristica propria della ricerca scientifica.
Del resto non è possibile avere una conoscenza analitica e nello stesso tempo globale della realtà. Di conseguenza non potrà mai esistere un modello o una teoria in grado di cogliere la realtà nella sua totalità. Occorre, tuttavia, sottolineare che qualsiasi teoria, pur essendo riduttiva in sé, rappresenta pur sempre un caso speciale di un complesso sistema teorico più ampio. E' appunto questo il caso dei massimi sistemi teorici della fisica (Galileo, Newton, Einstein), che rappresentano singoli stadi di sviluppo delle conoscenze scientifiche, cioè ognuno di essi è incluso nel successivo come caso speciale. Questi aspetti della conoscenza scientifica sono abbastanza significativi, in quanto evidenziano il carattere evolutivo della ricerca scientifica. Gli aspetti evolutivi della ricerca scientifica risultano maggiormente comprensibili se ci poniamo nella prospettiva teorica delineata dall'epistemologia genetica di Piaget.
Il progresso e gli sviluppi della scienza sono sottoposti ad un processo evolutivo che può essere suddiviso in vari stadi di crescita intellettuale e scientifica, differenziabili in livelli ed inter-livelli sempre più generali. A tal fine possiamo sostenere che qualsiasi modello, spiegazione o teoria, presi isolatamente, ovvero estrapolati dal loro contesto teorico generale, possono essere definiti riduttivi in riferimento ad una realtà che esibisce, certamente, una complessità sostanzialmente maggiore.
Il carattere riduttivo delle teorizzazioni scientifiche svanisce non appena i modelli matematici e le spiegazioni scientifiche vengono inseriti in un contesto scientifico più ampio; ciò appare maggiormente evidente in riferimento al processo storico di acquisizione delle conoscenze scientifiche. In tal senso si può giustamente sostenere che le procedure della scienza possono essere definite come globalmente costruttive. In altri termini, è solo da un punto di vista a-storico che le spiegazioni scientifiche, i modelli matematici e le teorie scientifiche possono definirsi come localmente riduttivi. Infatti, contrariamente a quanto sostengono alcuni studiosi, sul carattere tipicamente riduttivo della fisica classica, credo invece che le riduzioni siano una caratteristica essenziale della conoscenza scientifica, non solo da un punto di vista metodologico, ma soprattutto in senso storico. Le matrici costruttive della conoscenza scientifica risiedono, a mio modo di vedere, proprio nel suo essere localmente riduttiva.
Per avere un quadro coerente delle varie fasi evolutive di acquisizione delle conoscenze scientifiche, potrebbe essere interessante il riferimento alla teoria degli stadi dello sviluppo cognitivo del bambino elaborata da Piaget. I momenti significativi del progresso scientifico possono essere identificati nelle varie tappe storiche della ricerca scientifica, intese come punti di svolta (punti di biforcazione, punti di catastrofe, punti critici, ecc...) nel passaggio da un paradigma all'altro (Kuhn). In quest'ottica, la caratteristica fondamentale nella genesi delle scienze, come nel caso del bambino, è il progressivo evolvere verso una maggiore formalizzazione delle teorie scientifiche.
Da un punto di vista strettamente epistemologico il riduzionismo assume certamente una forma negativa ed inaccettabile. Ma, sotto il profilo metodologico, invece, il riduzionismo si è rivelato un valido strumento di acquisizione delle conoscenze scientifiche. Se diamo uno sguardo alla realtà che ci circonda è possibile rendersi conto che vi sono in essa tutti gli elementi necessari per attribuire validità scientifica ai procedimenti riduzionistici della scienza.
La correttezza delle precedenti affermazioni scaturisce anche dalla rappresentazione della compenetrabilità delle diverse sfere del reale (Fig. 2), dove è possibile osservare, ad esempio, che un organismo biologico oltre a possedere le proprietà e le caratteristiche tipiche del mondo biologico, a livello molecolare possiede proprietà fisico-chimiche elementari. Non vi sono dubbi che tale discorso debba valere anche per la realtà sociale. Per il postulato della continuità e della compenetrabilità degli universi, anche per la realtà sociale valgono le proprietà fisico-chimiche e biologiche, ovviamente a livelli elementari. Infatti, a livelli crescenti di complessità, nell'universo sociale emergono le caratteristiche e le proprietà tipiche della realtà sociale, non riducibili all'universo fisico e biologico. L'assunzione secondo cui le proprietà dei fenomeni fisici possano estendersi anche all'universo sociale sembra alquanto delicata. Tuttavia, nel quadro generale del precedente discorso, ciò non risulta assolutamente come una riduzione, ma come un'estensione.

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