Gli
argomenti discussi nella presente ricerca pongono un problema
fondamentale che interessa non solo la possibilità di estendere i
metodi della matematica anche nelle scienze sociali, ma riguarda la
conoscenza scientifica in generale. Tale problema è rappresentato
dal riduzionismo. Ovviamente il riduzionismo, se inteso in un certo
modo, risulterebbe certamente come una procedura scientificamente
improponibile. In tal caso le operazioni formali sviluppate nel
precedente capitolo sarebbero sicuramente banali ed inconsistenti.
Evidentemente
il problema del riduzionismo è mal posto poiché, come si
dimostrerà, esso è risolvibile nell'ambito dell'analisi relativa
agli universi paralleli. In effetti, il carattere riduttivo delle
spiegazioni scientifiche e dei modelli matematici è una
caratteristica propria della ricerca scientifica.
Del resto non è
possibile avere una conoscenza analitica e nello stesso tempo globale
della realtà. Di conseguenza non potrà mai esistere un modello o
una teoria in grado di cogliere la realtà nella sua totalità.
Occorre, tuttavia, sottolineare che qualsiasi teoria, pur essendo
riduttiva in sé, rappresenta pur sempre un caso speciale di un
complesso sistema teorico più ampio. E' appunto questo il caso dei
massimi sistemi teorici della fisica (Galileo, Newton, Einstein), che
rappresentano singoli stadi di sviluppo delle conoscenze
scientifiche, cioè ognuno di essi è incluso nel successivo come
caso speciale. Questi aspetti della conoscenza scientifica sono
abbastanza significativi, in quanto evidenziano il carattere
evolutivo della ricerca scientifica. Gli aspetti evolutivi della
ricerca scientifica risultano maggiormente comprensibili se ci
poniamo nella prospettiva teorica delineata dall'epistemologia
genetica di Piaget.
Il
progresso e gli sviluppi della scienza sono sottoposti ad un processo
evolutivo che può essere suddiviso in vari stadi di crescita
intellettuale e scientifica, differenziabili in livelli ed
inter-livelli sempre più generali. A tal fine possiamo sostenere che
qualsiasi modello, spiegazione o teoria, presi isolatamente, ovvero
estrapolati dal loro contesto teorico generale, possono essere
definiti riduttivi in riferimento ad una realtà che esibisce,
certamente, una complessità sostanzialmente maggiore.
Il
carattere riduttivo delle teorizzazioni scientifiche svanisce non
appena i modelli matematici e le spiegazioni scientifiche vengono
inseriti in un contesto scientifico più ampio; ciò appare
maggiormente evidente in riferimento al processo storico di
acquisizione delle conoscenze scientifiche. In tal senso si può
giustamente sostenere che le procedure della scienza possono essere
definite come globalmente costruttive. In altri termini, è solo da
un punto di vista a-storico che le spiegazioni scientifiche, i
modelli matematici e le teorie scientifiche possono definirsi come
localmente riduttivi. Infatti, contrariamente a quanto sostengono
alcuni studiosi, sul carattere tipicamente riduttivo della fisica
classica, credo invece che le riduzioni siano una caratteristica
essenziale della conoscenza scientifica, non solo da un punto di
vista metodologico, ma soprattutto in senso storico. Le matrici
costruttive della conoscenza scientifica risiedono, a mio modo di
vedere, proprio nel suo essere localmente riduttiva.
Per
avere un quadro coerente delle varie fasi evolutive di acquisizione
delle conoscenze scientifiche, potrebbe essere interessante il
riferimento alla teoria degli stadi dello sviluppo cognitivo del
bambino elaborata da Piaget. I momenti significativi del progresso
scientifico possono essere identificati nelle varie tappe storiche
della ricerca scientifica, intese come punti di svolta (punti di
biforcazione, punti di catastrofe, punti critici, ecc...) nel
passaggio da un paradigma all'altro (Kuhn). In quest'ottica, la
caratteristica fondamentale nella genesi delle scienze, come nel caso
del bambino, è il progressivo evolvere verso una maggiore
formalizzazione delle teorie scientifiche.
Da
un punto di vista strettamente epistemologico il riduzionismo assume
certamente una forma negativa ed inaccettabile. Ma, sotto il profilo
metodologico, invece, il riduzionismo si è rivelato un valido
strumento di acquisizione delle conoscenze scientifiche. Se diamo uno
sguardo alla realtà che ci circonda è possibile rendersi conto che
vi sono in essa tutti gli elementi necessari per attribuire validità
scientifica ai procedimenti riduzionistici della scienza.
La
correttezza delle precedenti affermazioni scaturisce anche dalla
rappresentazione della compenetrabilità delle diverse sfere del
reale (Fig. 2), dove è possibile osservare, ad esempio, che un
organismo biologico oltre a possedere le proprietà e le
caratteristiche tipiche del mondo biologico, a livello molecolare
possiede proprietà fisico-chimiche elementari. Non vi sono dubbi che
tale discorso debba valere anche per la realtà sociale. Per il
postulato della continuità e della compenetrabilità degli universi,
anche per la realtà sociale valgono le proprietà fisico-chimiche e
biologiche, ovviamente a livelli elementari. Infatti, a livelli
crescenti di complessità, nell'universo sociale emergono le
caratteristiche e le proprietà tipiche della realtà sociale, non
riducibili all'universo fisico e biologico. L'assunzione secondo cui
le proprietà dei fenomeni fisici possano estendersi anche
all'universo sociale sembra alquanto delicata. Tuttavia, nel quadro
generale del precedente discorso, ciò non risulta assolutamente come
una riduzione, ma come un'estensione.
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